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Assessore Pd Pisa propone rete anti-vu cumpra’

(ANSA) – LIVORNO, 6 MAR 2012- Al vaglio dell’amministrazione comunale di Pisa c’e’ un progetto lanciato dall’assessore Pd ai lavori pubblici Andrea Serfogli: prevede di stendere una rete per separare la pineta di Tirrenia dai marciapiedi della passeggiata di Piazza Belvedere usata da molti vu cumpra’ nel periodo estivo per vendere la loro merce. Entro fine marzo, l’Ente parco e la Soprintendenza si pronunceranno sulla fattibilita’ del progetto che ha suscitato le proteste delle associazioni di tutela degli immigrati: la rete, a loro avviso, assomiglia a quella “per la mattanza dei tonni” (ANSA).

Tratto dal sito ANSA TOSCANA

(ANSA) – LIVORNO, 6 MAR – Al vaglio dell’amministrazione comunale di Pisa c’e’ un progetto lanciato dall’assessore Pd ai lavori pubblici Andrea Serfogli: prevede di stendere una rete per separare la pineta di Tirrenia dai marciapiedi della passeggiata di Piazza Belvedere usata da molti vu cumpra’ nel periodo estivo per vendere la loro merce. Entro fine marzo, l’Ente parco e la Soprintendenza si pronunceranno sulla fattibilita’ del progetto che ha suscitato le proteste delle associazioni di tutela degli immigrati: la rete, a loro avviso, assomiglia a quella ”per la mattanza dei tonni”.(ANSA).

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False notizie contro la rom sfrattata a Coltano: la “macchina del fango”

Le case del villaggio rom a Coltano

False notizie e dicerie sulla rom sfrattata

Dicerie, pettegolezzi e false notizie.

Tutto quello che si è cercato di nascondere sulla vicenda dello sfratto di una donna rom e dei suoi cinque bambini, al villaggio rom di Coltano. Il comunicato di Africa Insieme.

Il 31 Gennaio, in piena emergenza freddo, il Comune ha sfrattato una donna con cinque bambini al villaggio rom di Coltano: questa drammatica verità è stata occultata da una sequela impressionante di dicerie, diffuse prima dagli amministratori, poi dal principale partito della città. Una vera e propria “macchina del fango” mobilitata per screditare un’intera famiglia.

A casa della donna, si è detto, si sarebbero trovati gioielli per centinaia di migliaia di euro, frutto di attività criminose; i parenti sarebbero proprietari di una villa e di attività commerciali confiscate dalla magistratura; infine, la donna sarebbe tra le protagoniste del rapimento della “sposa bambina”. Nessuna di queste informazioni corrisponde a verità.

Per il sequestro dei “gioielli”, la signora non è neanche imputata: è stata giudicata estranea ai fatti, ed è un’altra la persona che andrà a processo. Quanto alla “villa” dei parenti, il 12 Novembre 2011 la Corte d’Appello ne ha annullato la confisca, mentre il procedimento di sequestro delle attività commerciali è stato archiviato dal GIP il 10 Ottobre. Resta l’accusa della “sposa bambina”, su cui permangono molti dubbi che – si spera – verranno chiariti nel processo.

La realtà dei fatti è molto semplice. La signora è stata sfrattata perché imputata in un processo. Il Comune la considera colpevole a prescindere dalla sentenza, violando così la Costituzione, la Dichiarazione dei diritti umani e i principi più elementari del diritto (“l’imputato è innocente finché una sentenza non abbia accertato la sua colpevolezza”).

Con ammirevole candore, il Partito Democratico afferma che il Consiglio Comunale avrebbe chiesto di “superare, in questo caso, la cosiddetta presunzione di innocenza”. Un principio basilare dello stato di diritto verrebbe dunque “superato” (sic) dalla delibera di un Comune! Quando si tratta di rom si sospendono tutte le regole, salvo poi richiamare gli stessi rom al “rispetto delle regole”.

Il PD afferma che in questa vicenda le autorità locali “non hanno nulla di cui vergognarsi”. Perché allora lo sfratto è stato eseguito lontano dagli occhi indiscreti dei giornalisti? Cosa c’era da nascondere, se tutto era “secondo le regole”? Si voleva occultare lo spettacolo di una donna e cinque bambini lasciati al gelo? Si voleva mostrare che la signora aveva “rifiutato le proposte di accoglienza”, nascondendo il fatto che si volevano dividere i piccoli dalla loro mamma? Lo stesso comunicato del PD indica come soluzione l’affido a terzi dei bambini (temporaneo, ma per quanto?): l’unica “salvezza” dei figli consisterebbe dunque nel levarli alla madre…

A Pisa quando si parla di rom la responsabilità personale sancita dalla costituzione svanisce: si accusano intere famiglie, bambini compresi.

Ci pare che il senso vero di questa operazione sia più che trasparente. Il Comune ha smantellato il programma Città Sottili, sostituendolo con una politica sistematica di sgomberi. Lo sfratto di Coltano è solo uno dei tasselli di questa politica, a cui si accompagnano velenose campagne di stampa: si pensi alle continue esternazioni del Sindaco sulla presenza eccessiva di rom (come se un gruppo fosse di per sé portatore di problemi).

Pisa non è affatto “all’avanguardia” nelle politiche sociali: le scelte di questa amministrazione vengono al contrario seguite con crescente inquietudine dalle organizzazioni per i diritti umani, come dimostra il recente rapporto del Consiglio d’Europa.

La nostra città è diventata il teatro di una vera e propria “emergenza diritti umani”: è questa l’amara verità che ricaviamo dalla vicenda dello sfratto di Coltano.

Africa Insieme

11 Febbraio 2012

– Leggi anche: tutte le notizie sullo sfratto a Coltano

– Il comunicato di Africa Insieme in formato PDF

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Un fatto di inaudita gravità. Comunicato del 1 Febbraio 2012

Il comunicato di Africa Insieme sulla vicenda dello sfratto eseguito a Coltano il 31 Gennaio 2012.

Quello accaduto ieri, nel “villaggio rom” di Coltano, è un fatto di inaudità gravità. Come riportato dalle cronache, una donna è stata sfrattata con la forza, assieme ai suoi cinque figli, uno dei quali ha appena otto mesi. L’operazione è stata voluta dal Comune, perché la donna è indagata nell’inchiesta sulla “sposa bambina”, ed è attualmente sotto processo. Qui ci preme fornire alcune informazioni, che sono state omesse, o distorte, nel comunicato diffuso ieri dal Comune.

Il primo punto riguarda la motivazione dello sfratto, la vicenda della sposa bambina. Come noto, la donna non ha ancora avuto una condanna, ed è in attesa di processo: i cui esiti, peraltro, non sono affatto scontati, perché le indagini hanno fatto emergere molte contraddizioni nella tesi dell’accusa. Attuare uno sfratto sulla base di un semplice capo di imputazione è comunque illegale. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo stabilisce che «ogni accusato di reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata in un processo». E la Costituzione italiana ribadisce: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”.

Non solo: l’esperienza di questi anni dimostra che gli sfratti, effettuati sulla base di semplici capi di imputazione, hanno rappresentato solo un pretesto per allontanare i rom. Alcuni macedoni furono sfrattati da un alloggio a Marina di Pisa, perché imputati in un processo: assolti, non hanno mai ri-ottenuto la casa. E’ davvero la “legalità” l’obiettivo di questa amministrazione?

Il secondo punto riguarda il ricorso della donna contro lo sfratto. Non è affatto vero – come è stato scritto in passato – che il TAR ha dato ragione al Comune. Il giudice si è limitato a dichiarare “improcedibile” il ricorso: detto in termini semplici, significa che ha deciso di non decidere. I contratti per le case di Coltano, infatti, durano appena sei mesi, e devono essere rinnovati ogni volta, sulla base di una decisione “discrezionale” dell’amministrazione: se anche il giudice avesse dato ragione alla donna, il Comune avrebbe sempre potuto non rinnovarle il contratto. Il TAR, quindi, non ha dato ragione a nessuno: semplicemente, non si è espresso.

Infine, noi contestiamo le modalità e i tempi con cui è stato effettuato lo sfratto. Per allontanare la donna con i suoi bambini, si è scelto il periodo più freddo degli ultimi 27 anni. Come soluzione “temporanea”, è stata proposta un’accoglienza di poche ore, separando la madre dai suoi bambini: una procedura crudele e senza senso, utilizzata a Roma dal Sindaco Alemanno e più volte condannata dagli organismi internazionali.

Si è allestito un inedito dispiegamento di forze dell’ordine, chiudendo tutti gli accessi al villaggio e impedendo l’accesso a un giornalista free-lance intervenuto sul posto: una modalità da rastrellamento, che ha generato il panico in molte famiglie estranee alla vicenda (in quelle ore abbiamo ricevuto molte telefonate di rom che temevano uno sgombero generalizzato).

Africa Insieme si impegna sin da ora nella tutela legale della donna, e si rivolgerà agli organismi internazionali di tutela dei diritti umani per avere giustizia.

Pisa, 1 Febbraio 2012

 

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“Una tragedia senza precedenti”. Il comunicato di Africa Insieme (13 Dicembre 2011)

Oggi si è consumata una tragedia senza precedenti nella città di Firenze. La civile Toscana ha subito un episodio di gravissima barbarie e disumanità: un attivista di Casa Pound si è lanciato in una folle caccia all’uomo sparando contro i senegalesi che vendevano nei mercati cittadini. 2 senegalesi sono stati uccisi, altri versano in gravi condizioni. Questo solo per il colore della loro pelle.

È un gesto folle, che va però ricondotto al clima dell’Italia della legge Bossi-Fini, dei sindaci sceriffo, dell’Italia in cui oltre a rendere impossibile la regolarizzazione dell’immigrato si decreta anche il reato di clandestinità. Un’Italia in cui i pogrom nei campi rom sono diventati fenomeni ricorrenti, da Napoli a Torino.

Condanniamo il clima pessimo che si respira in questo paese da troppo tempo, condanniamo il razzismo dilagante che le politiche dei governi e delle amministrazioni locali, di centrodestra come di centrosinistra, hanno troppo spesso responsabilmente contribuito ad alimentare.

Per molto tempo la comunità Senegalese è stata quella di maggior presenza in Toscana: da sempre la convivenza è stata pacifica, tranquilla e positiva. Se le nostre amministrazioni non si ricondurranno a politiche più umane smettendo di cavalcare la pancia delle persone, in un futuro non troppo lontano, in cui la società soffrirà le conseguenze della crisi e delle politiche recessive del governo, sarà sempre più frequente vedere episodi di violenza contro i più deboli, contro chi viene emarginato dalle attuali leggi. Una politica seria e soprattutto di sinistra deve come compito primario ricostruire la solidarietà sociale, unica e vera arma che può garantire a tutti sicurezza.

Siamo a fianco dei familiari e degli amici delle vittime e di tutta la comunità senegalese.

Associazione Africa Insieme – Pisa

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Festa araba a Pisa. 3 Settembre 2011

A Pisa un gruppo di giovani provenienti da Iraq, Siria, Palestina, Egitto, Tunisia e Marocco ha trascorso l’estate ritessendo i contatti tra membri della comunità araba locale. Questo gruppo di studenti, lavoratori e attivisti, con il sostegno e la partecipazione delle associazioni cittadine Africa Insieme, Casa della Donna, Maghreb Unito, Un ponte per… e Progetto Rebeldia, ha deciso di fondare un Centro di Cultura Araba che nascerà a Pisa ma mira a diventare un punto di riferimento in Toscana e in Italia.

Il Centro apre le sue attività con una grande festa per la celebrazione laica della fine del Ramadan, il digiuno rituale dei musulmani. La festa di Eid el-Fitr ha importanza analoga al Natale cristiano e coinvolge tutta la comunità nel mondo arabo: tre giorni di eventi in cui i bambini ricevono regali e si allestiscono spazi per la festa e il gioco nei quartieri di tutte le città arabe. Per questo il Centro Culturale Arabo vuole offrire alla comunità araba in Toscana e all’intera cittadinanza pisana una giornata di condivisione di questa occasione felice.

La festa, patrocinata dal Comune di Pisa, si terrà sabato 3 settembre dalle ore 18 alle 23 presso il giardino della Circoscrizione n.4 (Via Fratelli Antoni, zona S. Giusto, Pisa) messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Tutta la cittadinanza è invitata e l’ingresso è gratuito.

Sono previsti un dibattito sul progetto del Centro Culturale Arabo, spazi dove i bambini possano giocare e attività organizzate appositamente per loro, e un buffet per tutti di dolci e cibi tradizionali da tutti i paesi arabi. Chi partecipa può portare cibo, dolci e bevande – anche italiani – da condividere. Dalle ore 20 suonerà il gruppo di musica araba Maram Oriental Ensemble (www.maram-music.com) e chiuderà il DJ Dom Africa.

Leggi anche:

La locandina dell’evento

– Il manifesto fondativo del Centro di Cultura Araba. Leggi

– Nasce a Pisa il Centro di Cultura Araba. Pisanotizie, 31 Agosto

– Nasce a Pisa il primo centro laico di cultura araba. L’Unità, 31 Agosto

– Un centro di cultura araba. Il Tirreno, 31 Agosto

– Italia-Africa, festa multietnica. La Nazione, 31 Agosto

– Islam-Pisa: ecco un nuovo centro laico di cultura araba. Pisatoday (leggi anche il commento di Paola Bora, Casa della Donna Pisa: “il vostro titolo, Islam-Pisa, genera equivoci”)

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Il Vademecum del Migrante

Un “vademecum del migrante”, con tutte le informazioni relative ai diritti del cittadino straniero, al rilascio e al rinnovo del permesso di soggiorno, ai ricongiungimenti familiari, agli ingressi per lavoro, all’asilo politico: il tutto, spiegato in un linguaggio semplice e accessibile.

Realizzato da Africa Insieme, in collaborazione con le Brigate di Solidarietà Attiva – Toscana, per il campo di accoglienza dei braccianti agricoli a Nardò.

Sara Palli (Africa Insieme)

Sara Palli (Africa Insieme)

A cura di Sara Palli (Africa Insieme)

Scarica la versione a colori

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Contro il lavoro nero, contro il caporalato (Estate 2011)

Durante tutta l’Estate, presso la Massera Boncuri di Nardò (provincia di Lecce), le “Brigate di Solidarietà Attiva” in collaborazione con l’Associazione Finis Terrae hanno attivato un campo di accoglienza rivolto ai lavoratori stagionali migranti raccoglitori di angurie.

La campagna di sostegno ai lavoratori migranti – dal titolo “INGAGGIAMI CONTRO IL LAVORO NERO” – ha avuto, quest’anno, particolare risonanza a seguito dello sciopero dei braccianti dell’inizio del mese di Agosto.

I volontari e le volontarie di Africa Insieme hanno partecipato al campo di Nardò, fornendo il loro sostegno alla battaglia dei braccianti. Assieme alle Brigate di Solidarietà della Toscana, inoltre, Africa Insieme ha realizzato e pubblicato – a cura di Sara Palli – il “vademecum del migrante”, un manuale che illustra in modo semplice e chiaro i diritti dei lavoratori migranti.

Leggi:

Il “Vademecum del migrante” a cura di Sara Palli

– Puglia, note contro il caporalato. Peacereporter

– “Io, studente di ingegneria nell’inferno dei braccianti”. Intervista al protagonista della vertenza, Ivan Sagnet. La Stampa, 23 Agosto

Il Blog della vertenza dei braccianti

– Lo sciopero dei braccianti. Dal blog delle Brigate di Solidarietà

– Sciopero dei braccianti, i primi risultati della lotta. Dal blog delle Brigate di Solidarietà, 4 Agosto

– Braccianti di Nardò 8 Agosto: incontro fallito, presidio permanente sotto la Prefettura. Dal blog delle Brigate di Solidarietà

– Braccianti di Nardò, un primo risultato: introdotta una norma contro il caporalato. Dal blog delle Brigate di Solidarietà

Il Blog delle Brigate di Solidarietà

Il Blog dell’Associazione Fins Terrae

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Nasce il “circolo Africa Insieme”: Pisa, 1987-1988

Nel Dicembre 1987 un giovane ambulante di origine senegalese, Abdou Diaw, denuncia di essere stato picchiato dai vigili urbani. La vicenda apre il dibattito sull’immigrazione nella città di Pisa. Nasce in questi mesi il “circolo Africa Insieme”, all’epoca affiliato all’ARCI.

– La vicenda di Abdou Diaw, Dicembre 1987. Leggi articolo de La Repubblica

–  Una sfida di civiltà. L’intervento di Giuliano Campioni, primo presidente di Africa Insieme, all’assemblea costitutiva dell’associazione. Pisa, 17 Febbraio 1988. Leggi

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Protetto: Riunione Società della Salute 6 Ottobre 2010

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Protetto: Pratiche dello sportello (Autunno 2010)

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